Intelligenza artificiale e mondo del lavoro
L’intelligenza artificiale e mondo del lavoro sono nemici o amici? Una recente ricerca americana ci mostra le cose come stanno.
Il pensiero comune
Per molti, intelligenza artificiale e mondo del lavoro sono nemici, perché usando le macchine per eseguire un lavoro, non c’è più bisogno di un certo numero di persone per fare lo stesso lavoro.
In più, usare la macchina è conveniente, perché la macchina non deve essere pagata, pur producendo qualcosa di valore maggiore rispetto alla materia prima di partenza.
In realtà, una ricerca americana ha scoperto che, invece, c’è un modo per far incontrare questi due mondi e come entrambi possono migliorarsi a vicenda.
Cosa accadrà nel 2021 secondo la ricerca americana
Secondo le stime, entro il 2021 si perderanno 5 milioni di posti di lavoro nel mondo nei Paesi industrializzati. Pochi, però, si rendono conto dei nuovi posti di lavoro, che nascono con l’utilizzo della tecnologia.
Infatti, se è vero che un robot sostituisce un certo numero di persone, è anche vero che quel robot avrà bisogno di manutenzione, programmazione, e un modo diverso di fare quel lavoro. Così, nascono nuovi lavori, più specializzati, basati sull’uso della tecnologia.
Secondo la ricerca americana, in un anno l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro potrebbe portare più di 800mila posti di lavoro umano all’anno. Infatti, ci sarà sempre bisogno di persone che mantengano i rapporti con clienti e fornitori.
In più, l’indotto del mondo industrializzato, pari a circa 1,1 biliardi di dollari, porterà a creare nuovi posti di lavoro.
Un nuovo mondo del lavoro con l’intelligenza artificiale
Come si lavorerà accanto alle macchine? Molto spesso, nelle realtà orientali o nella Silicon Valley, si pensa all’operaio che lavora “schiavo” delle macchine.
La realtà è così oggi per molte persone, ma non è la sola. Chi lavora potrà affidare alle macchine le parti ripetitive del lavoro, affidando alle persone il compito di dare quel tocco di originalità che rende ogni pezzo unico.
Infatti, anche se l’intelligenza artificiale si è dimostrata “creativa” in alcuni esperimenti, non è ancora in grado di superare la creatività umana.
Conclusione
Se è vero che si perderanno posti di lavoro “tradizionali”, le recenti ricerche non parlano di disastro, anzi. Serviranno ben 825mila persone nel settore ICT solo per l’anno prossimo, mentre per il 60% dei lavori solo il 30% potrebbe essere fatto completamente dalle macchine.
Insomma, niente rosa e fiori, ma nemmeno una catastrofe senza precedenti. E tu, cosa ne pensi?