CinemaCuriosità

Recensione Robocop

In vista dell’atteso nuovissimo e supertecnologico Robocop, mi sento in dovere di consigliare, e quindi di introdurvi nel “genere” parlandovi un po’ del primo capitolo della saga del super poliziotto. 

locandina robocopUscito in Italia con il titolo di “Robocop, il futuro della legge” nell’ormai lontano 1987, destò parecchio scalpore all’epoca e divenne un vero e proprio cult per le generazioni future; tant’è che sulla cresta dell’onda furono fatti numerosi sequel e spin of decisamente inferiori al primo.

Ambientato in un futuro prossimo in una Detroit distopicamente pervasa dal crimine, Robocop analizza l’eterna lotta filosofica e scientificamente esistenziale tra uomo e macchina, tra il concetto di sensibilità e di concretezza, tra carne e acciaio.

La trama è piuttosto semplice: l’agente Murphy è entrato in servizio da poco nella centrale di Detroit ed è entusiasta di far parte di coloro  che fanno rispettare la legge. Dalla parte dei buoni insomma.

Disgraziatamente in una delle sue prime uscite di routine il nostro agente rimane vittima di uno scontro a fuoco e per lui non sembra esserci più niente da fare.

Legalmente morto, i capi della OCP, una potentissima multinazionale (Omni Consumer Product) che aveva stipulato un contratto con l’amministrazione comunale per dirigere il dipartimento di polizia, decidono di disporre del corpo dell’agente Murphy per produrre un nuovo poliziotto robot. Un cyborg indistruttibile costruito all’unico scopo di coadiuvare gli agenti di polizia nell’eliminare la criminalità, insostenibile cancro della vecchia Detroit.

Il progetto funziona, ma con il passare del tempo l’animo umano di Robocop comincia a fare capolino da sotto lo spesso strato d’acciaio.

Verohven costruisce un film dinamico e montato alla perfezione, non a caso vinse il premio Oscar in questa categoria, che intrattiene, ma non si astiene nel generare nello spettatore numerosi punti di riflessione che aumentano inevitabilmente lo spessore del film.

Da sottolineare il fatto che Murphy e Robocop non entrano mai in aperto conflitto, la parte umana e quella robotica mantengono sempre uno stretto rapporto di sinergia, che fa aumentare progressivamente la consapevolezza di se stesso e della realtà dei fatti.

Robocop, infatti, non ricorda nulla di se stesso, della sua famiglia, ha  dei flash che lo riportano indietro nel tempo e aprono delle finestre sul suo passato facendo nascere un nuovo sentimento in lui. La pura e semplice vendetta.

Verhoven in un’intervista dichiara di aver voluto far assomigliare il più possibile il personaggio di Robocop a Gesù Cristo, infatti, nel film, ci sono molti riferimenti che con un azzardo potremmo definire “biblici”, basti pensare alla resurrezione dell’agente Murphy o alle scene in cui Robocop cammina sull’acqua o viene trafitto da un legionario alternativo.

Presenza costante nel film è quella della televisione, usata dalle multinazionali come mezzo di massificazione, conformismo e annullamento di ogni tipo di sensibilità e personalità. Le multinazionali sono duramente criticate dal regista olandese, idealizzate nella figura della OCP le cui alte sfere, sono dedite all’alcool e ad ogni forma di corruzione morale e materiale, esse farebbero qualsiasi cosa pur di non veder sfumare un possibile guadagno e in antitesi con il loro essere si trovano a dover dirigere il dipartimento di polizia.

Il personaggio di Robocop è interpretato in maniera magistrale da Peter Weller il quale, coperto dall’armatura, simula le movenze robotiche con  perfezione quasi esistenziale, risultando così credibile e convincente. Curioso pensare che il ruolo era stato pensato per Arnold Schwarzenegger (che fantasia eh?), ma all’ultimo Verhoven si oppose dal momento che l’armatura era già stata costruita ed era troppo piccola per contenere il fisico del mastodontico austriaco.

Il film è pieno di citazioni, una su tutte spicca quella  al padre della robotica Isaac Asimov, infatti le tre regole con cui è stato programmato Robocop ricordano molto da vicino le tre leggi della robotica su cui si fonda l’universo futurismo creato dal brillante scrittore americano. Palese risulta  anche notare l’omaggio a Clint Eastwood il quale fa roteare la pistola come il super poliziotto nel film di Verhoven .

Quest’ultima citazione ci consente di analizzare un altro interessante aspetto del film, questo gesto tipico dei film di Sergio Leone aiuta la parte umana di un robot depersonalizzato a riemergere, giacché rappresenta un legame con il figlio di Murphy, il quale chiede spesso al padre di imitare i suoi eroi visti in televisione. Indirettamente, è dunque proprio la televisione a far riscoprire (seppur parzialmente) la propria umanità a Robocop, quella televisione usata dalle multinazionali per attuare il controllo sulla popolazione.

In una società dilaniata dal capitalismo, dove tutti”vogliono”e nessuno pensa al prossimo, la salvezza sembra arrivare da dove nessuno  se l’ aspetta, da un robot assemblato in laboratorio privo di personalità. Forse la visione del suo creatore Verhoven, era solo una provocazione, ma bisogna ammettere che le figure di Robocop e di Gesù abbiano dei tratti somiglianti.

Nel film la violenza è totalmente desensibilizzata, già dalla seconda scena ci si rende conto di quanto ne sia permeato il film, in alcuni casi Verhoven costruisce delle vere e proprie scene splatter che farebbero invidia ai moderni thriller di genere.

Il film è dunque accattivante, coraggioso senza censure e quanto mai attuale. Rimaniamo in febbrile attesa nella speranza che Padiha, regista del nuovo Robocop, a causa del vile denaro non abbia rovinato un così carismatico e ben riuscito  personaggio.

 Robocop, il futuro della legge: Consigliatissimo 😉

 

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max corona

Ciao mi chiamo Max Corona, sono uno studente vivo parallelamente tra Padova e Pordenone e sono un vero appassionato di cinema ! (oltre che ad essere bello e simpatico naturalmente) :) Quando trovo un pò di tempo libero dai miei studi economici scrivo recensioni di film tecnologici che poi pubblico su questo fantastico sito a tema, qual'è Tecnoarena.net. Mi scuso fin da ora per l'eccessiva lunghezza di alcune di esse, ma quando si parla di cinema io non riesco proprio a trattenermi. Vi invito tutti a mettere mi piace alla mia pagina facebook (se vi va eh) intitolata "Recensioni Flash" dove potete trovare un sacco di spunti interessanti (spero) riguardanti l'universo cinematografico. Mi raccomando fatemi sapere, con un bel commento, se vi sono piaciute le mie recensioni fantascientifiche.

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